Tra i servizi offerti dal Centro, vi è anche quello del trattamento dei diversi disturbi del neurosviluppo, quali Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), Funzionamento Intellettivo Limite (FIL) ecc…
Per attivare un programma di trattamento è necessario essere in possesso di una valutazione diagnostica da cui partire per impostare gli obiettivi del percorso. Se tale valutazione è stata già effettuata presso il nostro Centro, sarà compito nostro delineare il programma di trattamento condividendone gli obiettivi, i modi e i tempi con la famiglia e, se necessario, con la scuola. Qualora, invece, la diagnosi provenisse da altra struttura, sia essa pubblica o privata, si stabilirà un primo incontro conoscitivo in cui vi verrà chiesto di presentare il referto clinico. A questo punto si aprono due possibili scenari:
- La valutazione diagnostica già effettuata è sufficientemente esaustiva e presenta tutte le informazioni di cui si necessita per programmare un valido percorso di trattamento. Si predispongono quindi gli obiettivi dell’intervento, si condividono le modalità e si prendono accordi per l’inizio del trattamento vero e proprio.
- La valutazione diagnostica già effettuata inquadra la natura del problema ma occorrono dati e informazioni aggiuntive che aiutino a delineare un quadro più completo del bambino/ragazzo. Si programmano, quindi, degli incontri di valutazione (solitamente sono sufficienti uno o due appuntamenti) durante i quali si approfondiranno gli aspetti mancanti attraverso la somministrazione di test, questionari o altri strumenti ritenuti opportuni dal clinico. Al termine di questi incontri si avrà un profilo dettagliato del paziente da cui partire per la programmazione di un intervento di trattamento su misura.
Come si programma il trattamento?
Il punto di partenza di un buon programma di trattamento è senza dubbio una buona valutazione diagnostica: maggiori sono le informazioni che riusciamo a reperire, maggiore sarà la personalizzazione del trattamento. Gli aspetti fondamentali da individuare nel piano di trattamento riguardano:
- Obiettivi a breve e lungo termine. È necessario individuare le abilità/difficoltà su cui è più urgente intervenire e circoscrivere, almeno in una fase iniziale, l’intervento su quegli aspetti (obiettivi a breve termine). Solo in un secondo momento è possibile inserire nel programma di trattamento anche abilità “accessorie” e/o più complesse, o ancora andare ad intervenire su altre sfere di vita (ad esempio, sfera affettivo-relazionale).
- Modi e tempi attraverso cui attuare il programma di trattamento. Sulla base del quadro emerso e degli obiettivi prefissati si definiscono anche la frequenza e la modalità di attuazione del trattamento. Generalmente i nostri interventi sono caratterizzati da sedute individuali, della durata di un’ora ciascuna, a cadenza bisettimanale.
- Valutazione dell’efficacia del trattamento. È importante predisporre anche un primo ‘pit stop’, non troppo lontano nel tempo (solitamente a 6 mesi dall’inizio dell’intervento), per valutare l’efficacia del trattamento e, eventualmente, ricalibrare gli obiettivi stabiliti in partenza. Si tratta di un momento fondamentale di riflessione e ri-condivisione con tutto il team (genitori e insegnanti compresi) dei successi raggiunti, dei possibili futuri traguardi, di aspetti nuovi ed emersi di recente.
- Condivisione del piano. Affinché si possano ottenere risultati tangibili e in tempi ragionevoli, è di primaria importanza che il paziente e la sua famiglia diventino parte attiva dell’intervento, condividendone gli scopi e rimanendo costantemente aggiornati sul lavoro in itinere. È nostra abitudine, a inizio trattamento, prendere contatti con la scuola del bambino/ragazzo per portare a conoscenza il team docenti del percorso che si sta per intraprendere e scegliere insieme, ognuno per le proprie competenze, una linea comune di azione. Si tratta di un momento fondamentale della presa in carico perché, oltre ad un prezioso scambio di informazioni, inizia a costituirsi una vera e propria rete di cura e supporto.
Quando si conclude il trattamento?
La conclusione del programma di trattamento varia notevolmente da caso a caso ed è difficile individuare dei tempi medi di durata. Le variabili che intervengono sono molteplici e non sempre prevedibili e controllabili. Elenchiamo le più comuni:
- Frequenza costante e continuativa. Tanto più si parteciperà in maniera costante agli incontri nelle cadenze settimanali pattuite, tanto più efficace sarà il programma di intervento e tanto prima si toccheranno con mano i primi risultati. Al contrario, frequenti assenze e interruzioni, seppur momentanee, rallentano il perseguimento degli obiettivi prefissati.
- Motivazione del soggetto. Un potente motore di cambiamento è rappresentato senz’altro dalla motivazione che il bambino e il ragazzo hanno rispetto al percorso che stanno intraprendendo. Può accadere, tuttavia, che essa non sia molto elevata all’inizio e ciò è comprensibile: parliamo di persone che hanno sperimentato continui insuccessi, che si trovano quotidianamente a combattere con le loro difficoltà, spesso con un’autostima molto compromessa! Per cui, spesso, iniziamo il percorso di trattamento con un pizzico di diffidenza da parte loro. Accade però che al primo passo avanti, al primo segnale di cambiamento, scatta in loro la scintilla e la motivazione inizia a crescere gradualmente innescando una serie continua di conquiste e gratificazioni.
- Coinvolgimento attivo di famiglia e, ove occorre, anche la scuola. Il lavoro condiviso e svolto su più fronti crea attorno al paziente una fitta rete di aiuto e lo guida in una direzione univoca. Se il lavoro che noi svolgiamo in studio, che solitamente ha durata di 2 ore a settimana, trova risonanza anche al di fuori, nelle diverse sfere di vita del soggetto, si aumenterà notevolmente la sua efficacia. Viceversa, se l’intervento rimane circoscritto agli incontri svolti in studio, ci sarà bisogno di più tempo per vederne l’efficacia.
Al termine del primo ciclo di trattamento (pattuito nella definizione iniziale del programma) si procede ad una valutazione dell’efficacia dell’intervento. Si misurano, cioè, le variabili oggetto di trattamento (quali ad esempio, l’attenzione sostenuta, la capacità di inibizione, la memoria di lavoro oppure la velocità di lettura, il metodo di studio e così via) e se ne valuta il miglioramento. Solo a quel punto si valuterà se il paziente è in grado di procedere autonomamente con gli strumenti che ha acquisito o se necessita di un ulteriore ciclo.
L’obiettivo ultimo di ogni programma di trattamento deve sempre essere quello di rendere il bambino o il ragazzo autonomo, soprattutto nelle aree di difficoltà emerse, fornendogli strumenti e strategie che gli consentano di farvi fronte con successo.